“Non esiste un soggetto centrato, autonomo, unificato, stabile,

ossia una natura umana essenziale indipendente dal contesto…

non esiste un bambino universale, unico e ripetibile “

Dalberg Moss Feldman

 

Il bambino, quando accede al nido è un soggetto già dotato di esperienze, conoscenze, abitudini, modalità relazionali, acquisite dalla nascita che lo contraddistinguono e caratterizzano e lo si accoglie con la sua concretezza storica.

Il nido, pertanto, va a configurarsi come servizio educativo dalla valenza formativa che pone attenzione alla centralità del bambino in continua evoluzione, considerandolo nella sua complessiva dimensione costitutiva, identità e ritmo di crescita.

Si riconosce altresì al bambino il diritto individuale allo sviluppo della socialità, degli apprendimenti diffusi di tutte i suoi codici espressivi e il diritto all’educazione.

Il bambino è già portatore di una cultura  e di esperienze, acquisite nell’ambito familiare pertanto si conferma l’indispensabile riconoscimento della sua soggettività e questo processo va a innestarsi nel rapporto con la famiglia, con la quale è d’obbligo favorire una “coalizione educativa” e rispettare i tracciati di vita pregressi, che vanno conosciuti per favorire congiuntamente ed in condivisione, l’evoluzione del processo formativo.

Una famiglia pertanto che accede, insieme al bambino, alla vita del nido rimanendo coinvolta in processi di socializzazione diffusi sia con gli operatori che nelle relazioni diffuse tra famiglie.

All’interno di questa cornice gli intenti formativi del nido si declinano attraverso i seguenti presupposti:

  • è necessario partire dalla soggettività di ogni bambino per sviluppare processi formativi e favorire lo sviluppo dell’identità;
  • lo sviluppo dei bambini è rapido e non lineare caratterizzato da tempi diversi;
  • nel nido va data particolare importanza all’accoglienza della famiglia, prima e privilegiata struttura sociale del bambino che ha il diritto di entrare a far parte del contesto, allo scopo di poter approcciare e costruire nuove relazioni, altresì di essere affiancata nel percorso educativo e di crescita dei bambini
  • Lo sviluppo dell’autonomia
  • Lo sviluppo della competenza ludica… “poter e saper giocare”
  • Lo sviluppo della capacità espressiva e comunicativa

Indispensabile il giardino, che consente l’estensione del gioco all’aperto. Le educatrici, oltre a presidiare la sicurezza dei bambini, partecipano ai loro giochi, alle esplorazioni dell’ambiente e agli elementi della natura, per osservarli e per formulare ipotesi sul loro sviluppo e sulle loro abitudini.